Decreto Ristori del 28 ottobre 2020
Ieri, martedì 28 ottobre 2020, è stato pubblicato sul n.269 del 18.10.2020 della Gazzetta Ufficiale il nuovo “Decreto Ristori” (DI del 28 ottobre 2020 n.137).
Il nuovo decreto contiene importanti provvedimenti economici attuati dal governo a sostegno dei lavoratori e delle imprese colpite delle misure anti-Covid previste dal Dpcm del 24 ottobre 2020 per contenere la seconda ondata di contagi da Coronavirus.
Vediamo nel dettaglio i dettagli salienti contenuti all’interno del nuovo Decreto Ristori.
I destinatari
Possono accedere ai finanziamenti, senza necessità di restituzione, tutti coloro in possesso di partita IVA attiva e rientranti in una delle categorie ATECO individuate come quelle colpite dalle ultime misure c per il Covid-19.
I contributi, per coloro che già hanno aderito al Decreto Bilancio, saranno erogati in modo automatico senza bisogno di farne richiesta, successivamente saranno ricevuti da tutti coloro che ne hanno diritto e ne faranno richiesta online.
Il finanziamento ricevuto a seguito del Decreto non influirà sul calcolo della base imponibile delle imposte sui redditi.
Questa volta saranno incluse anche le aziende con fatturato annuo superiore ai 5 milioni di euro: riceveranno il 10% del fatturato medio mensile.
Quanti soldi
Il finanziamento, nella maggior parte dei casi, sarà superiore a quello previsto dal Decreto Rilancio e coprirà dal 100% al 400% di quanto previsto originariamente.
I contributi andranno da un minimo di 1.000€ a un massimo di 150.000€. Secondo le stime, i finanziamenti (in media) raggiungeranno:
- 2.900€ per i bar
- 3.500€ per le gelaterie e le pasticcerie
- Dai 5.000 ai 25.000€ per i ristoranti
- Dai 5.000 ai 30.000€ per teatri e sale da concerti
- 4.000 € per le palestre
- 5.500 € per i cinema
- 1000 € per i tassisti
Fasce di Categorie Professionali
Sono quattro le fasce di Categorie Professionali individuate da parte del governo per le quali è prevista la ricezione di una percentuale diversa del contributo ricevuto con il Decreto Rilancio.
Tutto varia a seconda di quanto le varie fasce sono state giudicate colpite dalle ultime misure anti Covid-19:
- Prima Fascia: le attività incluse in questa categoria riceveranno la stessa somma, per esempio pasticcerie e gelaterie, meno danneggiare rispetto ad altre attività con la chiusura alle 18.
- Seconda Fascia: le attività collocate all’interno della seconda fascia riceveranno il 150% del contributo del decreto rilancio. In questa categoria troviamo, per esempio i ristoranti, gli alberghi, gli affittacamere e simili “non particolarmente danneggiati” dalla chiusura alle 18.
- Terza Fascia: la terza fascia riceverà un contributo del 200%. In questo caso parliamo di attività come ristoranti aperti solo per l’ora di cena, cinema, teatri, palestre, sale scommesse e centri termali.
- Quarta Fascia: le attività comprese all’interno della quarta fascia e che riceveranno il contributo al 400% sono tutte quelle chiuse ancora prima dell’ultimo DPCM, come le discoteche.
In più, il nuovo Decreto Ristori prevede:
- Proroga della Cassa Integrazione.
Al fine di garantire il pagamento degli stipendi dei lavoratori lasciati a casa o che lavorano a orario ridotto a causa della crisi, sono state disposte 6 ulteriori settimane di Cassa Integrazione ordinaria e in deroga. Potranno usufruirne sia tutte le aziende interessate dalle ultime chiusure, sia quelle che hanno già terminato le settimane di Cassa Integrazione messe a disposizione in precedenza.
Il contributo previsto da parte dell’azienda per il pagamento della Cassa Integrazione varia a seconda della riduzione del fatturato subita dall’azienda:- Nessuna riduzione subita: tali imprese dovranno contribuire al 18% del compenso dei lavoratori nelle ore di cassa integrazione
- Riduzione inferiore al 20%: tali imprese dovranno contribuire al 9% del compenso dei lavoratori nelle ore di cassa integrazione
- Riduzione pari o superiore al 20%, attività aperte dopo il 1 gennaio 2019 e imprese interessate dalle restrizioni: ricorso alla cassa integrazione gratuito.
- Blocco dei licenziamenti.
Prolungato fino al 31 gennaio 2021. - Sospensione del versamento dei contributi previdenziali per il personale.
I datori di lavoro che hanno dovuto sospendere o ridurre l’attività a causa dell’attuale emergenza da Covid-19 possono usufruire, per un massimo di 4 mesi, dell’esonero per il versamento dei contributi previdenziali.
Anche in questo caso, l’esonero è calcolato in relazione alla perdita di fatturato:
- Riduzione del fatturato inferiore al 20%: sospensione al 50% dei contributi previdenziali
- Riduzione del fatturato pari o superiore al 20%: sospensione al 100% dei contributi previdenziali.
- Credito di imposta sugli affitti.
Estensione anche ai mesi di ottobre, novembre e dicembre del credito d’imposta sugli affitti, il quale viene allargato anche alle imprese con ricavi superiori ai 5 milioni di euro che abbiano subito un calo del fatturato del 50%. - Cancellazione seconda rata IMU.
Alle categorie interessate dalle restrizioni è garantita la cancellazione della seconda rata dell’IMU 2020 relativa agli immobili in cui si svolgono le loro attività. - Indennità per i lavoratori dello spettacolo e del turismo.
- Indennità per i lavoratori del settore sportivo e sostegno allo sport dilettantistico.
- Fondi di sostegno per i settori più colpiti.
Per il sostegno dei settori maggiormente colpiti è stanziato complessivamente 1 miliardo, così distribuito:- 400 milioni di euro a favore delle agenzie di viaggio e dei tour operator
- 100 milioni di euro a favore dell’editoria, delle fiere e dei congressi
- 100 milioni di euro per il sostegno al settore alberghiero e termale
- 400 milioni di euro per il sostegno all’export e alle fiere internazionali.
- Reddito di emergenza.
Tutte le famiglie che già erano state individuate come beneficiarie del Reddito di Emergenza, potranno riceverlo anche a novembre. - Contributi a fondo perduto per l’agricoltura e la pesca.
Per tutti coloro che hanno avviato l’attività dopo il 1 gennaio del 2019 e per chi ha subito un calo del fatturato superiore al 25%, è stato istituito un fondo di 100 milioni per i settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura.
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Fonti: Il Post, Fisco e Tasse